Qualche settimana fa, abbiamo trascorso un pomeriggio divertente e ricco di riflessioni assieme ai ragazzi dell’associazione Volonteatro fondata dal signor Cosimo De Palma e ad alcuni componenti dell’associazione di volontariato Auxilia.
I ragazzi che hanno guidato il laboratorio erano giovanissimi: Matteo, Cintya, Silvia…
Ci hanno proposto varie attività relative al nome. Avere un nome potrebbe sembrare scontato, ma così non è. Ci sono persone, soprattutto bambini, che vivono in condizioni difficili che non hanno un nome e neppure un’identità.
Abbiamo svolto diversi giochi. Il primo era un gioco di conoscenza. Ci siamo disposti tutti in cerchio, l’animatore si è posizionato al centro , teneva una pallina in mano. Lanciava la pallina ai componenti del cerchio che doveveno dire il proprio nome e quello dell’animatore rilanciandogliela.
I nomi sono stati pronunciati in modo diverso: normalmente, sussurrati, urlati.
Successivamente ogni partecipante era invitato ad aggiungere al nome un aggettivo indicante una sua qualità positiva.
Siamo passati, poi, al gioco dei nomi ad onda. Un giocatore stava al centro del cerchio, un giocatore scelto dal conduttore del gioco diceva il nome di un compagno e il giocatore al centro doveva toccare il giocatore nominato prima che questi pronunciasse il nome di un altro. Se ci riusciva il giocatore toccato andava al centro e il gioco ricominciava.
Il gioco più divertente è stato Lo sceriffo. I partecipanti erano sempre posizionati in cerchio, in piedi e lo sceriffo stava al centro. Lo sceriffo con la sua “pistola-dito” pronunciava il nome di un compagno indicandolo. Quest’ultimo doveva subito abbassarsi per schivare il proiettile, i giocatori a lui vicini dovevano spararsi chiamandosi a vicenda. Chi pronunciava il nome dell’avversario per primo, vinceva il duello. Terminato il duello, il giocatore che aveva evitato il colpo, poteva rialzarsi e lo sceriffo tornava la centro del cerchio facendo ricominciare il gioco. Chi veniva colpito o sbagliava, veniva eliminato. Alla fine sono rimasti in gioco solo due giocatori che si sono messi schiena contro schiena. Lo sceriffo contava partendo da un numero qualsiasi. Quando sbagliava la successione numerica, i due avversari dovevano colpirsi pronunciando l’uno il nome dell’altro.
Chi lo pronunciava per primo, vinceva e diventava sceriffo.
I ragazzi ci hanno anche raccontato la storia de “La bambina senza nome” che aveva regalato il suo nome ad uno gnomo. Da quel momento nessuno più la chiamava per nome. La bambina capì l’importanza del suo nome che le permetteva di distinguersi dalle altre persone. Abbiamo riflettuto sull’importanza del proprio nome, sul significato e l’origine dei nostri nomi. Tutti noi abbiamo ricevuto un foglietto su cui dovevamo scrivere degli aggettivi che ci caratterizzassero.
Ognuno di noi, a turno, ha letto alla classe gli aggettivi scelti per autodescriversi. La lezione si è conclusa con la drammatizzazione del racconto L’albero che dona tutto se stesso al suo padrone. Gli dona l’ombra,i suoi frutti, la legna da ardere, il tronco per fabbricare un’imbarcazione.Il racconto ci ha permesso di comprendere l’importanza del volontariato. Grazie al volontariato dei ragazzi di Volonteatro, abbiamo trascorso un pomeriggio divertente e denso di riflessioni ed emozioni.
Classe quarta
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