Un articolo a cura delle redazioni RDF III A e B di Premariacco.
Lunedì 30 gennaio 2012 noi bambini delle classi terze A e B e IV A siamo andati a Sammardenchia a visitare il “Centro storico archeologico”. Ci ha accolto Francesca ed Emanuela, due archeologhe che lavorano lì. Emanuela ha spiegato che circa 33 anni fa un contadino del paese di nome Alfio, passeggiando lungo i campi arati in primavera e in autunno, ha notato strane cose sul terreno: piccoli cocci di vaso, pietre lisce e appuntite, strani oggetti… Incuriosito li ha raccolti e portati ad un archeologo e questi gli ha spiegato che erano importanti “ reperti”. Da allora sono stati fatti molti scavi e si è scoperto che a Sammardenchia 7.000 anni fa c’era un importante villaggio del periodo Neolitico con misteriosi cerchi neri sparsi qua e là. Allora ha spiegato cosa potevamo essere ed è stato molto interessante scoprire il modo di vivere di quegli uomini primitivi; l’homo sapiens sapiens
aveva probabilmente, con la sua intelligenza, imparato a sfruttare le risorse a sua disposizione, coltivando i campi, costruendo dispense per il raccolto in vasi interrati e utilizzando poi gli stessi, una volta usurati, come siti di raccolta di oggetti rotti.
Poi ci ha mostrato moltissimi utensili interessanti: falcetti, raschiatoi, punte di frecce e di lance, vasi di argilla ricostruiti, pietre lavorate in vario modo. La pietra usata era la selce, perché si prestava molto ad essere scheggiata e lavorata. Poi c’erano gli utensili per lavorare pietre, per macinare il grano, tessere la lana. Alcuni di noi hanno provato a lisciare le pietre e a macinare chicchi di grano. Quanta fatica per fare un pezzo di pane! Dopo, con Francesca, abbiamo tessuto la lana su piccoli telai ricostruiti simili a quelli raffigurati su una pittura rupestre trovata in una grotta.
Questa esperienza è stata molto bella ed entusiasmante!